Note buie
- AButtus
- 30 ago 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 11 nov 2020
Ho piantato dei semi in balcone, in un vaso rotondo dal diametro di circa trenta centimetri. Mentre scrivo osservo le minuscole, sottili e timide piantine di maggiorana, prezzemolo e origano, che stanno sbucando dalla terra. C'è il mio gatto appollaiato con le zampe anteriori sul bordo del vaso, quello pigro, quello in carne, quello che passa le giornate a rotolarsi sbadigliante sul divano e sui tappeti. Lo tengo d'occhio e lo chiamo per tentare di allontanarlo dal vaso, ma lui è un gatto, e i gatti si sa, non sono famosi per la loro ubbidienza.
Demon (così si chiama il farabutto) mi sfida apertamente. Resta nella posizione che ha scelto, a pochi centimetri dalle piantine nuove, e non accenna a scendere. D'altronde sappiamo entrambi che finché starò seduto al mio posto non potrà accadergli nulla, e le orecchie ritte sono sul chi va là, pronte a catturare ogni impercettibile cigolio della sedia qualora decidessi di alzarmi.
Quando la sua testa comincia a scattare a destra e sinistra, seguendo il volo geometrico di una mosca, mi rendo conto che non farò in tempo a evitarlo. E' troppo tardi. Con un balzo olimpico Demon afferra l'insetto al volo e stringendolo con cura tra le zampe attera a peso morto sulla terra nel vaso, portando morte e distruzione al suo interno... proprio lì dove io avevo seminato vita e aromi.
Mi alzo in un istante, lui mi vede arrivare, percepisce il mio stato d'animo, sente i miei passi infuriati, comincia a scappare lasciando scivolare per un po' le zampe sul pavimento così come Willy il Coyote quando si mette a inseguire Beep beep. Infine se ne va, si rifugia in casa, dietro al divano e io torno a sedermi, dopo essermi accertato della devastazione nel vaso.
Ritorno a concentrami su quello che avevo intenzione di fare, e cioè scrivervi, ancora una volta, che il 10 settembre vedrà la luce il mio nuovo romanzo «Mare buio».
Detto così sembra un evento, quasi che un gigantesco editore abbia stabilito tale data per dare voce a un lavoro in cui crede fortemente, nel quale ha investito una ragguardevole cifra e che sarà sicuramente un successo mondiale. Invece si tratta solamente di un mio piccolo traguardo, con una data che ho deciso in completa autonomia, con la copertina che volevo (anzi, ringrazio tutti quelli che mi hanno dato il loro parere quando ancora dovevo sceglierla) e, soprattutto, con parole risolutamente mie.
Sì, dentro di me non posso fare a meno di sperare che i lettori troveranno il libro piacevole e che non si pentano di aver speso tempo in questa storia. Tuttavia, non ho preso il computer per parlare del libro in sé, ma piuttosto per completare l'argomento di un mio articolo di qualche settimana fa, quello in cui parlavo della canzone «Lake» dei Vex Red.

Ecco, non è finita, scusatemi di nuovo. Non sono solo, purtroppo. Dopo Demon, ecco Penny, la sorella, grande la metà e furba il doppio. Mi si avvicina sfoderando la sua schiena inarcata, la coda che si attorciglia attorno alla mia gamba e quel miagolio che tradotto significa: «Ehy, umano, guardami, guardami, accarezzami, accarezzami subito, ferma tutto quello che stai facendo e considerami, qui sotto al mento, ecco, bravo, ora un pochetto dietro alle orecchie, sai che se ti fermi ti stresserò a dismisura, ti zampetterò davanti, sul computer, schiacciando tasti che chissà cosa combinano, strisciandoti la coda sotto al naso fino a farti starnutire. Grattini, ecco quello che mi devi, grattini sulla schiena finché non ne sarò sazia e me ne tornerò a dormire». E non scherzo nel rivelarvi che tutto questo monologo felino sta racchiuso dentro un suo sottilissimo «mao».
Ora che ho finito la sessione di massaggi ritorno sul sentiero.
Quello di cui voglio parlarvi oggi é la mia bizzarra idea di creare una specie di playlist per “Mare buio”. Tanti anni or sono mi furono regalati per compleanno un CD e un romanzo. Non vi dirò né il nome dell'artista né il titolo del libro, sarebbe del tutto irrilevante. Sta di fatto che decisi di godermeli entrambi nello stesso momento, in simbiosi, come fossero un dono unico. Mi sistemavo sulla sdraio in balcone con il libro tra le mani e le cuffie alle orecchie. Ho consumato le dodici tracce dell'album immergendomi a capofitto in una storia di almeno cinquecento pagine. Quando il libro finì e il disco mi stancò i due si erano ormai fusi indissolubilmente all'interno del mio cervello. Inspiegabilmente, ancora oggi, quando mi capita di ascoltare un pezzo di quell'album mi ritorna in mente il romanzo, i suoi personaggi, le sue ambientazioni, nello stesso identico modo in cui un particolare odore ricorda un determinato luogo o così come un sapore ci catapulta a un preciso momento del passato.
Ho raccolto in compilation alcune delle canzoni che, melodicamente, considero affini al clima di “Mare buio”, ma con questo non vi sto consigliando di fare come me, e cioè di abbinare musica e trama come fossero burro e marmellata (d'altra parte ognuno legge o ascolta musica come preferisce), ma semplicemente vi offro la possibilità di provarci. Chissà che spinti dalla curiosità non troviate questo binomio interessante.
A voi la scelta!
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