Ero certo che non avrei scritto, ne reso pubblico, un articolo come quello che sto scrivendo ora. Mi ero promesso che il mio blog, che in punta di piedi, a capo chino e con tanta umiltà ho cominciato, sarebbe dovuto essere un che di letterario, di avvicinarcisi quanto meno, di risultare un minimo credibile. Però ora ho questo tarlo che mi sgranocchia in testa e che non vuole saperne di uscire e, d’altra parte (e sarò infantile da morire), il blog è mio e ci scrivo quello che voglio io. Tié!
Dunque, il tarlo che si sta cibando dei miei pensieri è un parassita che si sfama di un altro parassita, che sono io tanto quanto lo siete voi. E’ ecologista, vuol bene al pianeta e ai suoi abitanti. Sta proliferando nelle menti di sempre più persone sulla terra e io spero, con tutto il cuore, che la sua avanzata sia inarrestabile e globale. Vorrei che fosse proprio lui, il tarlo intendo, un nuovo virus capace di diffondersi a macchia d’olio, perché se siamo stanchi morti di sentire parlare di Covid vorrei che ci strapazzassimo pure di come salvare il nostro pianeta alla deriva.
Premetto che il mio testo non vuole essere in alcun modo accusatorio, per questo ci sono organizzazioni dedicate, partiti politici, studiosi increduli e adolescenti scandinave. Non vuole neanche avere la pretesa di aprivi gli occhi dinanzi a un problema di cui siete già a conoscenza. E dulcis in fundo, non vi farò neanche la morale (non sono nessuno per farla e a ognuno di noi dovrebbe essere sufficiente la propria).
Riporterò tre fatti, tre notizie che, forse, sono apparse in TV o sui vostri cellulari in sordina, come una minuscola striscetta veloce che scorre sotto a servizi di cronaca più importanti, o come frasette a effetto nascoste tra le foto degli influencer (che più di influenzare fanno venire l’influenza).
Il primo è il seguente, fresco fresco di giornata, e che è valso quanto un pasto completo del mio tarlo: in Groenlandia, causa le temperature anomale annuali, che hanno sfiorato i 20 gradi centigradi, si è sciolto ghiaccio pari a 17 miliardi di tonnellate d’acqua. Ora, che i ghiacci siano in scioglimento e che i ghiacciai montani si stiano ritirando, non è una novità... Sono i numeri che fanno impressione e che dovrebbero farci provare almeno un piccolo brividino lungo la schiena. Gli scienziati hanno calcolato che i ghiacci si stanno sciogliendo a un ritmo vertiginoso, al ritmo più veloce degli ultimi 12 mila anni... Non siamo parlando quindi di questa che è l’estate più calda del secolo, o dell’inverno più freddo del secolo, o dell’autunno più piovoso del secolo... Qui si parla di migliaia di anni e giusto per fare chiarezza, 12 mila anni fa vestivamo di pelli e cacciavamo armati di clave.
Se tutto il ghiaccio della Groenlandia dovesse sciogliersi il livello marino mondiale aumenterebbe di circa 6 metri e oltre alla ormai spacciata (terribile a dirsi) Venezia, verrebbero sommerse anche città quali Amsterdam, Amburgo, San Pietroburgo, Los Angeles, San Francisco e Manhattan, giusto per citare metropoli più conosciute e non nominare Trieste o Pisa, Capri o Portofino, Tropea o le Cinque Terre.
Il secondo brivido, invece, l’ho percepito qualche giorno fa, e precisamente il 29 luglio 2021, data (nefasta) dell’Earth Overshoot Day, in italiano «Giorno di sovraccarico della Terra». Il che sta a significare che in 206 giorni l’uomo ha consumato le risorse energetiche che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno e che avrebbero dovuto bastarci per gli altri 155 fino a San Silvestro.
In realtà anche questa notizia non è più una novità dato che siamo in sovraccarico dai primi anni 70, quel che rende questo calcolo più terrificante ancora è un altro metodo di paragone... Lo studio in questione afferma infatti che l’umanità consuma attualmente 1,7 Terre all’anno, il che sta a significare che la fantascientifica navicella che parte in cerca di altri mondi da sfruttare, tanta fantascientifica non è e che se non dovesse partire mai, presto o tardi, bye bye a tutti.
Per concludere con gli attacchi di pelle d’oca e con gli spuntini del tarlo, parlerò proprio di zoologia e di quanto poco tempo sia stato necessario agli esseri umani per moltiplicarsi come conigli e sbaragliare gran parte della concorrenza ferina presente sul pianeta:
Il rinoceronte bianco, specie maestosa e affascinante, che brucava sterpaglie da 55 milioni di anni, è condannata dal momento in cui, lo scorso anno, l’ultimo esemplare maschio al mondo è deceduto, lasciando ai posteri solo due femmine destinate a raggiungerlo tra qualche anno.
Tra i condannati c’è lo squalo angelo, una specie che si estinguerà a causa della pesca commerciale indiscriminata e il gibbone di Hainan, un primate che conta soltanto 23 unità e che tra deforestazione e bracconaggio non ha più via di scampo. Potrei continuare oltre, ma ne uscirebbe un elenco estremamente lungo e drammaticamente triste.
Personalmente ricordo ancora quel fatidico mese di lockdown totale che ci ha tappati in casa nella primavera del 2020. Al netto dei danni economici che hanno colpito tante famiglie, delle ripercussioni psicologiche che gravano e graveranno nelle menti degli adolescenti, dei malati che hanno sofferto e dei morti che ci hanno lasciati prematuramente, il virus ha permesso al pianeta di prendere una breve boccata d’ossigeno, ha abbassato drasticamente l’inquinamento marino e atmosferico, ha dato modo alla natura di riaffacciarsi per un po’ su ciò che gli è stato tolto e ha diminuito significativamente il buco dell’ozono.
Non serve che aggiunga altro. Come preannunciato all’inizio del post i temi che ho sfiorato sono stati tre e ho mantenuto la parola. Se volete saperne di più però, o angosciarvi ulteriormente grazie al nostro peccato umanitario, basta fare qualche ricerca online e ne uscirete scioccati e scossi.
Vi lascio con qualche citazione scelta ad hoc per l’occasione:
«Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare»
Andy Warhol
«E’ dura per me adattarmi a questi tempi che cambiano. Mi ricordo di quando l’aria era pulita e il sesso era sporco.»
George Burns
«Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo è asciutto.»
Thomas Fuller
«Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questione ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi -non sapevano-: accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata.»
Michail Sergeevich Gorbachev
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