Sebastian Martelli, Vadena, 12 Febbraio 2020.
Ho promesso a me stesso che questo sarà il mio anno. Sarà quello in cui farò il grande salto, quello nel quale finalmente deglutirò la bile di paura e dirò a Julia quello che provo fin da quando eravamo bimbetti.
Sì, so quello che state pensando... Che il tempo passa e non aspetta nessuno e che se non mi do una mossa potrei perdere l’occasione. Ma siamo ancora adolescenti in fondo, è solamente il quarantatreesimo giorno dell’anno e poi, voi, lei non la conoscente e non potete capire.
Julia è quel particolare tipo di ragazza che ti fa tremare il terreno sotto i piedi, che abbatte ogni tua certezza come fosse un pericolante castello di carta, che con un solo sguardo manda in malora qualsiasi piano ben congegnato, ma stavolta non sarà così.
Toccando ferro non sono superstizioso, non lo sono mai stato e mai lo sarò. Se lo fossi però, e volessi leggere i segnali del creato come nefasti avvertimenti divini, consiglierei a me stesso di procrastinare gli intenti al 2021. Ma, ripeto, non sono fatalista.
Le case accadono, punto e basta, ci si deve solo fare il callo e superarle. Buone o cattive che siano. Vale anche per l’anno in corso che sembra cominciato come un Garelli scassato che parte in salita. Questo almeno dal punto di vista globale.
Gli occhi li ho e mi funzionano bene, di leggere sono capace e internet, i social, le televisioni, il mio essere perennemente, irrimediabilmente e istantaneamente connesso con un accessorio da tasca che tengo sempre con me, fa sì che gli eventi mi si parino davanti al muso in tempo quasi reale.
Che il Papa avesse «schiaffeggiato» una donna orientale in Vaticano l’ho scoperto appena accaduto, con Bergoglio che aveva il palmo della mano ancora caldo e i meme che già stavano prendendo il largo nel mare del web.
Era Capodanno.
Non male come premessa.
Il 3 gennaio un altro evento. Parliamo quindi di soltanto un paio di giorni dopo... due solo, capite? Due!
Donald Tramp ordinò un intervento in territorio iraniano, un attacco a cura di un drone volto a colpire a morte il generale Qasem Soleimani. L’uccisione dello stesso spinse i governanti dello stato mediorientale a un’immediata presa di posizione. Cosicché due nazioni provviste entrambe di un comparto bellico da farsela sotto, si scontravano in una partita mediatica, politica e militare che minacciava l’avvento di una terza guerra mondiale.
Questo Il 3 gennaio... neanche una settimana dal Papa picchiatore... Mio caro 2020, capisci che non ci siamo?
Il 12 gennaio comincia a eruttare il vulcano Taal sull’isola di Luzon (non Luson grazie al cielo, altrimenti sarebbe stato fin troppo vicino), e le sue ceneri hanno oscurato i cieli in quella porzione delle Filippine per settimane, costringendo la popolazione all’evacuazione.
E per non farsi mancare proprio nulla, in Indonesia si è risvegliato pure il Krakatoa, una bomba a orologeria naturale che sonnecchiava serenamente da 140 anni.
Ma non è finita. Locuste, locuste ovunque. Le piaghe d’Egitto bibliche che fanno capolino ai giorni nostri. Sciami di insetti talmente fitti da non riuscire a vedere attraverso, fauci fameliche che non si risparmiano, coltivazioni distrutte, raccolti persi, gente affamata che avrà ancora più fame.
Poi l’Australia che va a fuoco, una moltitudine di animali arsi vivi, incendi indomabili e milioni di ettari distrutti, aria che si fa irrespirabile e nubi nere trasportate dai venti fino in Sudamerica.
A questo punto è proprio il caso di dirlo, se ci si mette di mezzo anche la natura non c’è santo a cui votarsi.
Tra le notizie che mi scorrono sul telefono ce n’è una che sembra lo scherzo da prete del diavolo in persona. Pare che in Cina sia apparso un virus, un virus che si sta diffondendo a macchia d’olio e che sta preoccupando non poco l’OMS.
D’altra parte, più che lì dove potrebbe attecchire una nuova malattia? In quel paese ci vive oltre un miliardo di persone. Per quanto esteso sia il suo territorio è comunque un numero esagerato di gente. Le grandi città poi, sono così ossessivamente concentrate di industrie e fabbriche da essere coperte di un fitto strato di smog che nasconde quasi completamente la luce del sole, una cappa così spessa di grigiume da dover essere tagliata con un coltello. Si respira talmente male che le persone girano per strada con una mascherina piantata sul viso... ma si può, dico io?
Julia e io abbiamo toccato l’argomento qualche volta. Insieme parliamo di tutto, anche se quello di cui vorrei discutere io, sarebbe di noi due. E non di questa lontana influenza asiatica di cui lei sembra seriamente allarmata.
«Se arrivasse qui? Pare sia molto contagiosa e facilmente trasmissibile.»
«Sciocchezze, Julia» le ho detto arrischiandomi a metterle il braccio attorno alle spalle. «Non hai nulla di che preoccuparti, siamo nel 2020 in fin dei conti. Siamo un popolo istruito e di cultura, tutti quanti conoscono le storie sulle epidemie del passato, come la peste, come la spagnola e anche se questo microbo riuscisse ad arrivare in Europa, ed è tutto da vedere, non siamo più nel medioevo. La medicina ha compiuto passi da gigante, niente niente che ci sparano una puntura di qualcosa e nessuno si ammala più, vedrai. Sarà come un mal di gola da caramelle al miele.»
L’ho abbracciata e salutata. L’ho osservata rientrare in casa mentre io sono stato ancora qualche minuto seduto sul pianerottolo ad ascoltare musica e pensare a quanto sia bella.
Ed ora il piano...
Per il compleanno di Julia sto pensando a una sorpresa, sarà quello il momento giusto per rivelarle i miei sentimenti una volta per tutte. Sto organizzando una giornata speciale per noi due, uno di quegli appuntamenti così ben congegnati da renderli leggendari e memorabili. La porterò a Milano, ecco l’idea, passeggeremo per le vie dello shopping entrando in un negozio dopo l’altro, l’osserverò provarsi abiti a raffica, le darò consigli e le porterò le borse degli acquisti. Sarò il suo ragazzo ancor prima che lei se ne renda conto. Ceneremo in centro, in uno di quei ristoranti pieni di gente dove se non hai la prenotazione non ti fanno neanche leggere il menù. E, ciliegina sulla torta, concerto degli Evanescence al Forum di Assago, che sarà gremito di gente così che noi saremo costretti a stare vicini e vicini, a un palmo di bacio.
Compie gli anni il 14 di aprile, devo resistere un paio di mesi soltanto... niente e nessuno potrà fermarci.
E’ il 2020 in fin dei conti, e sarà il mio anno!
Per fortuna ci sarà un poi e tra qualche anno COVID_19 rientrerà tra i neologismi che allontaneremo il più possibile dai nostri vocabolari e ricordi, un reset, un defrag, un balzo di un anno. Siamo geneticamente struttrati per dimenticare e allontanare le paure per autodifesa e condannati a ricommettere gli stessi errori. Ma nel frattempo c'è la vita e Sebastian potrà baciare la sua Julia sulle note di My Immortal in una Assago liberata.
Ci si dimentica che c'è stato un prima e che le chiusure cromatiche non si immaginavano neppure in sogno. Grazie
Cogli sempre delle sfumature invisibili ai più. Grazie Ale!